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NOTIZIE DAL WEB


 
Istat: il valore aggiunto premia l'agricoltura (+0,9%)
    11/09/2012 aggiunto da http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-09-10/istat-valore-aggiunto-premia-151238.shtml?uuid=AbQeXQbG

I dati Istat sul valore aggiunto premiano l'agricoltura, unico settore che nel secondo trimestre, rispetto allo stesso periodo del 2011, riesce a spuntare un dato positivo (+0,9%) a fronte del calo che ha segnato industria (–6%) e servizi (–1.1%). C'è però da aggiungere che se si considera la variazione congiunturale anche l'agricoltura, con un calo dell'1,9%, si allinea agli altri comparti produttivi.
Restano i nodi strutturali
I segnali di ripresa comunque ci sono, ma restano i nodi strutturali e soprattutto il rischio che gli effetti della siccità possano compromettere i risultati dei prossimi mesi. Intanto l'agricoltura brinda, ma con un
di Annamaria Capparelli - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/rZDTu


Agricoltura: Cia, alti costi e prezzi non remunerativi bloccano crescita
    11/09/2012 aggiunto da http://www.asca.it/news-Agricoltura__Cia__alti_costi_e_prezzi_non_remunerativi_bloccano_crescita-1194724-ECO.html

(ASCA) - Roma, 10 set - Nel secondo trimestre dell'anno il valore aggiunto agricolo segna, in termini tendenziali, un aumento dello 0,9 per cento, mentre registra un calo congiunturale dell'1,9 per cento, che vanifica i buoni risultati ottenuti fin dal 2011. Il presidente della Cia Giuseppe Politi: il comparto e' vitale, ma le cose da fare sono ancora molte. Serve una politica attenta ai bisogni delle imprese.
''Ora l'agricoltura paga pesantemente gli alti costi produttivi e contributivi, l'opprimente burocrazia e i prezzi all'origine che continuano a calare e non sono per nulla remunerativi. Una serie di fattori negativi che, di fatto, ha bloccato una ripresa che aveva cominciato a intravedersi dalla seconda meta' del 2011. Cosi' il valore aggiunto agricolo, nel secondo trimestre dell'anno, e' diminuito dell'1,9 per cento in termini congiunturali, mentre registra ancora un aumento (piu' 0,9 per cento) in termini tendenziali, anche se con dimensioni piu' ridotte rispetto ai precedenti tre mesi quando segno' un incremento del 4,9 per cento, risultando, rispetto ad industria e servizi, l'unico settore produttivo a crescere''. E' quanto afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito ai dati del Pil diffusi oggi dall'Istat.
''Il settore primario - aggiunge Politi - dimostra di essere vitale. Nonostante la grave crisi, continua a tenere, basta vedere i risultati ottenuti sul fronte dell'occupazione (cresciuta in agricoltura del 6 per cento, in termini tendenziali, nel secondo trimestre). I problemi, tuttavia, cominciano a far sentire i loro negativi effetti. E per gli imprenditori agricoli e' una continua corsa in salita. Se non s'interviene con efficaci misure, per le aziende ci sono pericolosi rischi''.
''Negli ultimi dieci anni - avverte Politi - piu' di 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagne e svantaggiate, sono state costrette a chiudere. Anche se i dati del secondo trimestre 2012 registrano segnali positivi, lo scenario rimane alquanto difficile''.
''E', dunque, indispensabile l'adozione di politiche nuove tese a valorizzare e sviluppare l'attivita' imprenditoriale agricola. Oltre alle misure urgenti per alleggerire il carico dei costi sostenuti dalle imprese, rinnoviamo al governo -conclude il presidente della Cia- l'appello per una nuova politica agraria nazionale, soprattutto in vista della riforma Pac post 2013''.


Internet? Non si può spegnere, parola di Tim Berners-Lee
    11/09/2012 aggiunto da http://nbtimes.it/prime/13734/internet-non-si-puo-spegnere-parola-di-tim-berners-lee.html

Roma – Dalle pagine del Guardian la voce del papà del Web, Sir Tim Berners-Lee, tuona: “Internet non si può spegnere”. Un monito, una rassicurazione, una minaccia, una raccomandazione? Tutte queste cose al contempo, non c’è dubbio.
Una rassicurazione perché, spiega il papà del Web, per implementare un “off switch” occorrerebbe che tutti i governi di tutto il mondo si riunissero e si coordinassero per trasformare Internet da struttura decentralizzata a struttura centralizzata. “E se ciò dovesse profilarsi – dice – è davvero importante che chiunque lotti contro tale decisione”.
Un monito perché qualsiasi governo avesse in mente un simile piano dovrebbe abbandonarne l’idea. Secondo Berners-Lee sarebbe un’autentica “distruzione dei diritti umani”. Il papà del Web, oggi 57enne, ricorda che “la quantità di controllo che si può avere su chiunque se ci si mette in condizione di monitorare le attività Internet è stupefacente” e questa è la minaccia, autentica e concreta, derivante dal suo abuso.
Una raccomandazione perché secondo gli studi riportati dalla Global League Table, recentemente lanciata dalla World Wide Web Foundation, la Svezia è il paese che più impiega la Rete, seguito da USA al secondo posto e da Gran Bretagna al terzo. Mentre Burkina Faso, Zimbabwe e Yemen sono gli ultimi tre dei 61 paesi studiati sulla scorta di indicatori concernenti l’impatto politico, economico e sociale di Web e connettività.
Tale osservazione della WWWF verrà aggiornata annualmente e cercherà anche di misurare miglioramenti assoluti e relativi dello scenario utilizzando dati degli ultimi cinque anni. Comparerà elementi quali la disponibilità ai cittadini di contenuti utili e rilevanti, l’impatto sociale, politico ed economico del Web, la velocità delle connessioni e i livelli di censura.
Sir Tim Berners-Lee è il papà del Web in quanto a Natale del 1990 lanciò in Rete la prima pagina Web del mondo. Ha parlato dell’impossibilità di spegnere Internet proprio in occasione del lancio della Global League Table e, guarda caso, nello stesso giorno anche il cofondatore di Wikipedia, Jimmy Wales, ha evidenziato l’estrema inopportunità di monitorare e memorizzare dettagli sul traffico Internet privato.
Internet, del resto, nel bene e nel male, ha dimostrato una enorme democraticità intrinseca, è come se la Rete avesse in sana e sincera antipatia qualunque manifestazione antidemocratica, da qualunque parte venga e comunque sia attuata: ha sempre pronto un nuovo modo per contrastarla e neutralizzarla.
Internet è stata – e per molti versi è ancora – strumento di esercizio di democrazia diretta, come dimostrano i meccanismi di alcuni movimenti politici oggi molto in vista nello scenario politico italiano. Che poi all’interno di tali movimenti possano essersi formati problemi è altra cosa: se ci si riflette si noterà che quei problemi hanno origine umana e dovranno trovare soluzione umana. La Rete nasce neutrale, non può risolvere problemi di natura squisitamente umana, può – tutt’al più – offrirsi per facilitarne la soluzione.
La Rete in sé non distingue tra generi, razze, culture: è uguale per tutti. Essa ha restituito alle immagini e ai video il potere di accompagnare l’informazione, non di sostituirsi a quest’ultima. In altre parole, ha fugato i dubbi di un politologo di rilievo quale Giovanni Sartori, che nel suo libro del 1990 “Elementi di teoria politica” teme per l’uomo oculare, quello della Galassia McLuhan, che a differenza dell’uomo mentale, quello della Galassia Gutenberg, ha perso la capacità di analizzare, teorizzare, confrontare e concettualizzare. Sartori teme il passaggio da homo sapiens a homo insipiens e Internet gli ha dissolto, in soli vent’anni, questo timore. Quale entità riesce a essere così profondamente democratica?
Amartya Sen, economista indiano, Premio Nobel per l’Economia 1998 e docente presso l’Università di Harvard, nel suo libro “La democrazia degli altri” stigmatizza l’occidentalizzazione del concetto di democrazia e convince il lettore a rilevare la presenza di democrazia dovunque, anche in regioni del mondo dove tipicamente essa è stata o sembra ancora assente.
Internet non ha bisogno di questo e Sir Tim Berners-Lee lo sa perfettamente. Per questo è bene che non passi neppure lontanamente l’idea di alterarne la struttura. Essa è nata ed è tuttora always-on, e deve restarci.


Salute/ Vacanze ingrassano italiani, 2 kg in più sulla bilancia
    10/09/2012 aggiunto da http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20120910_00001.shtml

Roma, 10 set. (TMNews) - Relax, abbronzatura e due chili in più sulla bilancia. E' quanto hanno lasciato le vacanze a oltre la metà degli italiani, il 52% per la precisione. E' quanto emerge da una indagine on line effettuata dalla Coldiretti per verificare gli effetti delle ferie sull'aspetto fisico, dalla quale emerge peraltro che solo il 23% dei nostri concittadini si sente in perfetta forma, grazie all'alternanza di sport e attività fisica al buon mangiare durante l'estate. Appena il 2% precisa la Coldiretti - è invece dimagrito perché ha sofferto la mancanza di cibi adeguati al proprio gusto nel luogo di villeggiatura, mentre il 23% si dice non interessato al proprio peso perché il riposo, durante l'estate, era la cosa più importante.
Con il rientro dalle ferie sono quindi in molti a cercare di recuperare la forma perduta con l'attività fisica ed il boom dell'iscrizioni alle palestre, ma anche con la corretta alimentazione e il ricorso alle diete. Se - continua la Coldiretti - è scontro tra le diverse proposte dei dietologi per affrontare il sovrappeso, sono invece unanimemente riconosciuti i benefici della dieta mediterranea.
I suoi prodotti base, a partire dal consumo di frutta e verdura, possono aiutare a recuperare la forma perduta ma sono anche considerati indiscutibilmente essenziali per garantire una buona salute soprattutto per la crescita nelle giovani generazioni. Pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli italiani, conclude la Coldiretti, di conquistare fino ad ora il record della longevità con una vita media di 79,1 anni per gli uomini e di 84,3 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea.


Curiosity e l’atmosfera di Marte: alla scoperta di tracce di metano?
    10/09/2012 aggiunto da http://www.centrometeoitaliano.it/curiosity-spazio-atmosfera-marte-scoperta-tracce-vita-metano-sam/

Curiosity ha analizzato l’atmosfera di Marte, prelevando campioni gassosi, ma l’analisi non è ancora finita, i risultati dei primi test saranno noti la settimana prossima, i dati a disposizione finora degli scienziati evidenziano una prevalenza di anidride carbonica, ma l’obiettivo attuale è scoprire tracce di metano . Il metano infatti ha una caratteristica semplice ma molto importante: ha un tempo di residenza molto rapido, infatti svanisce repentinamente, trasformandosi.
Se il rover troverà tracce di questo gas significherà che da qualche parte, ci deve essere stato qualcosa in grado di produrre metano, una fonte geochimica o magari di origine biologica. Questa sarebbe proprio una prova che potrebbe far pensare a qualche forma di vita esistita un tempo sul pianeta rosso. Curiosity cercherà di capire attraverso il suo analizzatore Sam( Sample Analysis at Mars) se siano mai state presenti forme biologiche sul pianeta, coadiuvato dal suo potente braccio meccanico, lungo fino a 2 metri, il robot solleverà massi di diverso peso e ne analizzerà la composizione chimica, in maniera tale da inviare poi preziosi dati a Terra, che verranno prontamente analizzati nei laboratori Nasa.

Chiocciola Tecnologica di Lorini Marco P.I. 02386970186