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LE STRADE ROMANE IN LOMELLINA

La Lomellina viene completamente romanizzata in modo incruento solo nel 25 a.C., in età augustea, data nella quale facciamo cronologicamente terminare la seconda Età del Ferro, anche se numerosi elementi tendono a sopravvivere ancora all'inizio del I sec. dopo Cristo; in particolare, la Lomellina, conserva, per molto tempo, le proprie tradizioni culturali, soprattutto l'uso celtico dell'incinerazione. Alla fondazione dell'impero romano fanno seguito, per la nostra terra, alcuni secoli di pace e di benessere economico. Augusto divide tutta l'Italia settentrionale in undici regioni. La Lomellina rientra nella XI Regio Transpadana, con capitale Milano (Mediolanum). Ampiamente dibattuto è stato ed è il problema della avvenuta o meno centuriazione in Lomellina: sono state rilevate tracce di centuriazione solo nelle zone della Lomellina settentrionale. Tuttavia, mentre si riteneva che solo la zona di Cassolnovo fosse stata interessata dal limite inferiore della centuriazione novarese, ora è possibile asserire, con buona probabilità, che tale limite, tra Terdoppio e Ticino, giungesse almeno fino ad una zona a sud di Vigevano, localizzabile poco prima della Sforzesca. Dovrebbe quindi essere spostato a questa linea il confine tra il territorio di "Ticinum", i cui cittadini, come già detto, sono iscritti alla tribù "Papiria", e quello di "Novaria", i cui cittadini sono assegnati alla tribù "Claudia". Purtroppo non abbiamo alcuna testimonianza epigrafica che attesti ciò. Sembra tuttavia di poter individuare alcune coincidenze tra i "limites" delle divisioni agrarie e le più antiche vie del territorio. Il pullulare di ritrovamenti archeologici di età romana, non solo lungo i terrazzi fluviali  ma su tutto il territorio tra Terdoppio e Ticino, è da collegare alla centuriazione ed a nuovi tracciati viari. Sembrano scorrere lungo il percorso, ad esempio, la strada vecchia di Cilavegna, di Vignazza, la strada tra Mulino del Conte e la Buccelletta, la via Tocca, la strada vicinale del Valer, la strada della Castellana, la strada delle Tre Colombaie, la strada Nuova, la strada di Cascina Cavalli, la strada di San Pietro o vecchia di Parona, la strada di San Marco o vecchia di Mortara e, forse, la strada i Lasagna tra la Sforzesca e Fogliano. Molte attuali cascine insistono sul tracciato della centuriazione. Il cardine in senso verticale di tutto il sistema deve ritenersi la linea naturale di scorrimento, a ponente del Ticino, che proseguiva, da un lato verso la cascina Remondata e la direzione di Milano, dall'altro verso la cascina Borzolo e, poi, la direzione di Mortara-Cozzo. Nei pressi della cascina Borzolo, infatti, sono stati rinvenuti due enormi pozzi romani. Tre vie consolari, provenienti da Pavia, la attraversano: la Francisca, la Romea e la Settimia. Alla "mutatio" (luogo di avvicendamento logistico di salmerie e deposito di vettovaglie) di Dorno (Durnae), la Settimia si stacca per dirigere al Sempione; alla "mutatio" di Cozzo (Cuttiae), la Romea muove verso il Piccolo San Bernardo e la Francisca prosegue verso il Moncenisio. Lomello (Laumellum), sede di una importante "mansio" (luogo di sosta ed accampamento delle legioni) e Cozzo sono i municipi, cioè i due centri amministrativi della Lomellina; Pulchra Silva è Mortara, Retovium è Robbio. Probabilmente il territorio è organizzato in alcuni "vici" di una certa grandezza, dotati di medie e grandi proprietà, posti sulle vie di transito (come Gropello Dorno, Valeggio, Lomello, Cozzo, Garlasco, Belcreda, Viginticolumnae, ecc.) ed in numerosi insediamenti minori, riferibili a strutture di appoderamento minuto. I romani lasciano guarnigioni militari in accampamenti semipermanenti, denominati dapprima "emporii", muniti di fortificazioni e dislocati lungo i tracciati da cui avranno poi origine le maggiori vie di comunicazione, ancor oggi in uso. Tracce di abitazioni importanti sono state rinvenute, per ora, solo a Lomello, Gropello e Garlasco. Dall'età augustea il territorio lomellino diventa anche zona di espansione demografica, sia con lo stanziamento di gruppi veterani (ex soldati che, o acquistano a basso prezzo, o ricevono terre in compenso del servizio militare prestato), sia con l'arrivo di elementi centroitalici immigrati, che danno l'impulso ad attività commerciali e artigianali e che si affiancano alle popolazioni preesistenti. In questo modo, gli empori si rafforzano, dando origine ai meglio organizzati "castra" (accampamenti permanenti). Proprio ad elementi medioitalici immigrati si deve l'introduzione in Lomellina (relativamente all'età augusteo-tiberiana), della moda di adornare la barella funebre con applicazioni in terracotta. Sulla barella funebre di legno viene posto il cadavere per essere cremato. Le applicazioni in terracotta (testine, bustini, medaglioni a basso rilievo raffiguranti volti umani ritratti di profilo, protomi di animali, ecc.) che vengono ottenuti a stampo da matrici, ornano testate laterali di queste barelle. Queste terracotte non sono diverse per conformazione e per collocazione da quelle decorazioni in metallo lavorato, avorio, ed osso intagliato, che sono applicate su tetti, lettighe o altri mobili come ornamento. Rimane di primaria importanza l'agricoltura. La fertilità della Cisalpina ci viene più volte ricordata dalle fonti storiche. Polibio dice che la produzione di grano e di vino è così abbondante, che i prezzi di questi generi erano molto inferiori a quelli praticati altrove. Prodotti in quantità straordinaria sono anche orzo, miglio e panico. Sempre secondo questo storico, la frequenza delle foreste e la quantità delle ghiande sono talmente propizie all'allevamento dei suini, che la valle del Po rappresenta la zona di produzione più considerevole di carne suina per la necessità sia dei privati che dell'esercito. Anche Plinio il Vecchio pone tra i prodotti della Transpadana al primo posto vino e frumento, seguiti dalle rape, favorite dal clima freddo e nebbioso. Abbiamo visto che la Lomellina produceva vino già in età celtica e che, anzi, aveva elaborato un particolare contenitore della bevanda: il vaso a trottola. Questo recipiente in età romana viene sostituito dall'olpe. Famosa è la statuina in terracotta raffigurante un vignaiolo, rinvenuta a Gropello Cairoli in una tomba dell'età augusteo-tiberiana. Tracce di viticci sono state anche trovate entro un'olpe di età augustea a Cassolnovo. La Lomellina sembra essere stata soprattutto famosa per la linicoltura, favorita dal terreno sabbioso. La "Regio Aliana" (da identificare con la Lomellina), è collocata al terzo posto in Europa per la produzione di lino. Plinio sostiene: "In Germania le donne lavorano il lino in fosse ed in sotterranei. Così accade anche in Italia, nella regione Aliana, tra Po e Ticino". Un brandello di tessuto di lino è stato rinvenuto ad Ottobiano, in una tomba di età augustea. Per quanto concerne l'abbigliamento, notizie sul modo di vestire dei Romani ci vengono fornite dall'ampia documentazione delle arti figurative e delle testimonianze scritte. Gli scavi, inoltre, restituiscono in genere una notevole quantità di oggetti in osso, bronzo, vetri e metalli vari relativi all'ornamento della persona, o usati per la toilette e per il trucco. In Lomellina non ci si discosta molto dalle usanze generali del periodo. Il vestito viene modellato sulla figura con cinture e drappeggi. Appare, quindi, chiara l'importanza delle fibule anche in età romana, che, variamente ornate, chiudono e fermano i lembi delle stoffe. Gli uomini indossano in casa la tunica, sopra la quale mettono la toga, anch'essa di lana, ma lunga ed ampia, drappeggiata attorno al corpo. Ovviamente vi sono differenze nei particolari, in relazioni alle classi sociali, alle professioni ed ai mestieri. Ai piedi vengono calzati sandali con suole chiodate: iniziamo a trovare resti di borchie per calzature, in Lomellina, solo a partire dalle tombe di età augustea. Da una testimonianza letteraria, sappiamo che questa è, invece, la situazione dei vestiti per gli schiavi: "Una tunica di tre piedi e mezzo ed un saio ogni due anni. Ogni volta che assegni ad uno la tunica od il saio, prima ritira quelli usati, per confezionare con essi i centoni (cioè vestiti fatti di pezze). Conviene dare ogni due anni un buon paio di zoccoli". Le donne indossano la stola, una lunga tunica. Sopra questa, per uscire, indossano la palla, una specie di toga di colore vivace, con un lembo della quale si coprono il capo. Le donne ricche amano i profumi, i cosmetici, i gioielli. Nelle tombe lomelline, il corredo femminile comprende collane di pasta vitrea turchese, di ambra, di bronzo, anelli, braccialetti, lo specchio, numerosi balsamari, spatole per l'applicazione di cosmetici, pinzette, ecc. Sono presenti, quindi, anche tutti gli accessori per il trucco. Si dipingono in bianco (con gesso e biacca) sulla fronte e sulle braccia, in rosso (con ocra) sui pomelli e sulle labbre, in nero (con fuligine o con polvere di antimonio) sulle ciglia ed attorno agli occhi. Gli uomini, invece, portano solo anelli: a vera o con castone.

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