Vigevano città d'arte Circondata dai boschi del Parco del Ticino, a 30 chilometri da Milano, percorrendo la stada statale 494 Vigevanese attraversato il ponte sul Ticino si accede alla Lomellina, siete a Vigevano che vi accoglie con l'armonia della celebre Piazza Ducale: "una sinfonia su quattro lati" secondo la definizione del grande maestro Arturo Toscanini. Ideata dal Bramante con il concorso di Leonardo da Vinci, Piazza Ducale è l'ingresso d'onore all'imponente Castello, per estensione uno dei più grandi d'Europa e in fase avanzata di restauro e di riuso grazie all'organizzazione di mostre e alla prossima apertura di musei. Città d'arte ma anche città d'acque, Vigevano è attraversata da canali e dal fiume Ticino che offre scorci e oasi naturali di indubbio fascino. Da Ludovico il Moro a Eleonora Duse, allo scrittore Lucio Mastronardi, sono tanti i personaggi che hanno visto la luce in una città, ancora oggi nota in tutto il mondo per la produzione di scarpe di qualità e per la sua industria meccano-calzaturiera. Di origine longobarda Vigevano nasce come luogo fortificato corrispondente all'attuale cortile del Castello. Successivamente si sviluppa il borgo esterno, le cui case ed edifici sorgono sul luogo oggi occupato dalla famosa Piazza Ducale. Si trasforma in libero Comune a partire dal 1198, mentre nel 1277 la storia di Vigevano si lega a quella delle potenti famiglie milanesi dei Visconti prima e degli Sforza poi. Grazie all'opera di Luchino Visconti e di Ludovico Sforza detto il Moro, tra XIV e XV secolo, il borgo di Vigevano inizia la sua trasformazione in residenza estiva, in delizioso soggiorno per gli svaghi e gli ozi della corte ducale: il Castello viene adibito a dimora di prestigio grazie all'opera di artisti come Bramante, la Piazza Ducale in scenografico spazio libero da case ed edifici, regale atrio d'ingresso al Castello. Nel 1530 Vigevano ottiene il titolo di città con una propria sede vescovile. Ottima reputazione e prestigio internazionale derivano dall'impegno quotidiano di molti concittadini nel Distretto Industriale Vigevanese, specializzato in due settori: calzaturiero e meccano-calzaturiero. Il primo comprende tutta la filiera della preparazione e della concia del cuoio e della fabbricazione di calzature, borse e articoli in pelle di vario genere; il secondo è specializzato nella fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici per concerie, calzaturifici, pelletterie, suolettifici, tomaifici e per la produzione di suole in materiali sintetici, stampi e pezzi di ricambio (compresi anche l’installazione, il montaggio, la riparazione e la manutenzione). In entrambi i settori, il territorio del distretto vigevanese può contare su imprese di livello eccellente: nel calzaturiero per la capacità di coniugare qualità e design e nel meccano-calzaturiero per le soluzioni tecnologiche adottate. A gratifica di tanto impegno è stato creato l'originale MUSEO DELLA CALZATURA. Vigevano, almeno fino a tutti gli anni Sessanta del secolo scorso, ha fatto le scarpe a tutti. La fama di “capitale mondiale della calzatura” era determinata e pienamente giustificata dalla forza dei numeri: nel 1960 la produzione annua sfiorava i 21 milioni di paia, di cui poco meno della metà prendeva la via delle principali capitali estere. Un primato che Vigevano si era conquistata grazie alla capacità dei suoi imprenditori e alla abilità dei lavoratori impiegati. A riprova di tale capacità è l'invenzione della scarpa femminile con "tacco a spillo", presentata in anteprima mondiale a Vigevano in occasione della XVI^ Mostra Mercato Internazionale delle Calzature nel gennaio 1953. L’arte “di conzare le scarpe” é un’attività che a Vigevano troviamo attestata a partire dal XIV secolo, allorché in un capitolo degli Statuti Comunali emanati nel 1392 si proibiva la concia e la lavorazione delle pelli sulla pubblica piazza. Nel 1866 due fratelli, Luigi e Pietro Bocca, diedero vita al primo calzaturificio modernamente inteso nel senso della divisione e specializzazione della fasi lavorative, affidate per la prima volta anche alla manodopera femminile. Nel 1901 Antonio Ferrari aprì la prima fabbrica italiana di macchine per calzature e nel 1929 Vigevano fu la prima città italiana a iniziare la produzione di calzature in gomma: le scarpe da tennis videro la luce proprio nella città ducale. Una tradizione e un primato che troviamo ancora oggi affermati e documentati nel Museo Internazionale della Calzatura, la prima ed unica istituzione pubblica in Italia dedicata alla storia e alla evoluzione della scarpa intesa come indumento e come oggetto di design e moda. Nato per volontà dello storico locale Luigi Barni e dell’imprenditore Pietro Bertolini cui é dedicato, il Museo della Calzatura a partire dal 2003 ha una nuova e definitiva collocazione all’interno del Castello. Gli ampi e suggestivi spazi e gli allestimenti ricavati nei piani superiori delle scuderie ducali, valorizzano al meglio la peculiarità ed unicità di tale collezione. E di esemplari unici e curiosi il Museo ne possiede davvero tanti. Per non dimenticare la propria storia viene proposto annualmente il PALIO DELLE CONTRADE DI VIGEVANO, nacque nel 1981 all’interno di una realtà locale povera di proposte culturali-ricreative, al fine di coinvolgere l’intera città riproponendo valori autentici e storici, con l’intenzione di onorare il Beato Matteo Carreri, patrono cittadino. Infatti, dopo che, in occasione della festa patronale, il luna park era stato spostato in periferia, il centro cittadino aveva assunto un aspetto ancor più deprimente. Fu per tali ragioni che un gruppo di ragazzi, guidati da mons. don Stefano Cerri, parroco della chiesa di San Pietro Martire, decise di proporre qualcosa che potesse rivitalizzare la festa e la città. La prima edizione del Palio delle Contrade della città di Vigevano si svolse così la sera di domenica 11 ottobre 1981, festa del Beato Matteo. Le coreografie e il gioco vennero preparati quasi all’ultimo momento. I costumi, inventati in pochi giorni, volevano riportare i vigevanesi indietro nel tempo, nel XV secolo, quando il Beato Matteo percorreva le strade della Vigevano medievale. La necessità di inquadrarlo in un particolare momento storico consigliò gli organizzatori di ambientare la manifestazione nel Periodo Ducale, nel quale la città ebbe un’espansione urbanistica e una rilevanza politica, religiosa e culturale oltre i propri confini. Grazie al Palio molti vigevanesi e turisti poterono ammirare almeno parte del Castello, bellissimo monumento fino ad allora inaccessibile e dunque totalmente sconosciuto. Il Palio si colloca in un ben definito ambito grazie alla rispondenza di un pubblico che gratifica le imprese e l’impegno di contradaioli e organizzatori. Il Palio ben presto è diventato “patrimonio di tutta la città”. La manifestazione si è via via arricchita come immagine, come numero di figuranti (ormai oltre quattrocento), come iniziative collaterali. Accanto ai personaggi del Corteo Ducale, raffiguranti le antiche famiglie nobili del borgo vigevanese (recuperate attraverso una fedele ricerca storica effettuata dal Comitato organizzatore della manifestazione), oggi si possono ammirare i popolani, riuniti nelle differenti corporazioni, che animano il borgo medioevale ricreato nel cortile del Castello Sforzesco.
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